1614. Regno d’Ungheria. Morti viventi e spiriti disincarnati si muovono lungo strade, città, paesi e cimiteri, uccidendo senza pietà e – almeno all’apparenza – senza uno scopo. Il popolo, già vessato dalla lunga guerra contro gli Ottomani, fugge in preda al terrore, mentre l’imperatore Matthias II sta cercando di mettere in piedi un esercito che ribalti le sorti di una nazione che pare ormai perduta.
Al comando di un piccolo esercito di seimila uomini e in cerca di una gloria che tarda ad arrivare, il colonnello Demeter Jaksics è uno dei tanti soldati di professione che sono entrati in battaglia, agli ordini del misterioso e sfuggente voivoda Basarab. Il suo sforzo sembra condannato al fallimento, ma l’incontro con un umile monaco che porta con sé una reliquia dall’enorme potere potrebbe cambiare le sue sorti e quelle di tutto l’impero. Sempre che Jaksics e i suoi uomini riescano a riemergere vivi dal castello di Csejte, nelle cui torri diroccate la contessa Erzsébet Báthory, assassina di seicento ragazze e accusata di essere in combutta col demonio stesso, attende la sua vendetta contro chi ha osato murarla viva.