La campagna di Spagna doveva essere una passeggiata, secondo le previsioni di Bonaparte. Un paese arretrato retto da una monarchia corrotta non avrebbe potuto opporsi ai soldati della Grande Armée, che avevano soggiogato gran parte dell’Europa in nome dei princìpi rivoluzionari.
La spedizione si trasforma invece nella prima grande guerra di popolo dell’età moderna. L’intera popolazione si solleva in una guerriglia senza pietà, con la benedizione di un clero fanatico dalle mani insanguinate. Massacri, rappresaglie e violenze da entrambe le parti, in uno schema immortalato dai quadri di Goya.
Julien Laboise, tenente di fanteria dell’esercito napoleonico, cerca di sopravvivere. Combatte, fa il proprio dovere nella consapevolezza che la Francia non riuscirà a vincere. Vede i suoi uomini morire, giovani coscritti appena giunti dalla Francia, e deve uccidere i soldati spagnoli, anche loro ragazzi spaventati con la nostalgia della casa.
L’unica oasi di pace la trova nell’amore per Irene, una donna dal passato ambiguo, e nell’amicizia verso una popolana, Ester, isolata e umiliata per la sua nomea di strega. Entrambe spagnole, entrambe fragili e diversissime fra loro.
Quella guerra disperata però non ha regole. Julien cade vittima di tradimenti e di imboscate, si trova coinvolto nelle trame di una setta segreta resuscitata da un passato lontano, e a sua volta è costretto a tradire. Le stesse persone che più ama sembrano essere diverse da quelle che appaiono, vittime e carnefici loro stesse in nome degli ideali. E il sangue versato crea una barriera sempre più profonda.