La quasi totalità del genere umano vive nelle cubocliniche: alveari tecnologici in cui i corpi vengono accuditi da macchine mentre la mente vaga nel metaverso. Un luogo in cui si può essere ciò che si vuole, in cui non esiste dolore, sofferenza o malattia.
Una realtà artificiale in cui la vita si perde e l’umanità scompare. Un luogo di svago o di redenzione, che ha come unici sorveglianti i medici addetti alle cubocliniche. Sono loro che si prendono cure dei corpi inerti, che controllano la felicità dei pazienti e che ne giudicano le loro scelte. Sono giudici e giurie di un mondo effimero in cui, forse, anche loro vorrebbero scappare.