Le elezioni del 2008 furono vinte ancora una volta dal centrodestra e si ebbe il IV governo Berlusconi che poteva poggiare su una solida maggioranza. Sfortunatamente in quell’anno scoppiò una crisi finanziaria in tutto l’Occidente determinata da un eccesso di “denaro facile” nel settore immobiliare e di speculazioni in borsa. La tempesta perfetta avvenne quando a questa crisi economica mondiale, sottovalutata dl Governo, si aggiunse un incremento del deficit pubblico dal 104% al 120% in presenza di una economia stagnante. Per di più in una delle tante inchieste giudiziarie, con l’“affaire Ruby” venne alla luce a vita lussuriosa del premier. Il finale era scritto: l’Europa e l’Italia reclamavano e ottennero le dimissioni di Silvio Berlusconi nel 2001. La vittoria del candidato delle sinistre, Giuliano Pisapia, alle comunali di Milano era stato un avvertimento per Berlusconi che il vento stava cambiando.
Nel VI e VII capitolo si descrive il cambiamento avvenuto in Europa dal 1945 (l’età dell’oro) al 2.000 (l’età della stagnazione, dovuta anche all’eccessivo peso dello stato sociale.