Scritti e pubblicati tra il 1977 e il 1982, all’esordio della carriera della scrittrice, i dodici racconti sorprendono per la molteplicità dei temi che Piegai svilupperà nel corso della sua attività ormai più che quarantennale, che già qui si individuano con nettezza: l’archetipo della giovane strega, scanzonata e allegra, capace di beffare, ma anche di amare incondizionatamente, gli uomini; l’eroe maschile addestrato alla guerra e alla morte che tuttavia cede – e da ora, quasi inevitabilmente, ha inizio la sua fine – alla tenerezza o all’umanità, oppure, al contrario, l’antieroe dai tratti disincantati che sa volgere a proprio favore una situazione irta di difficoltà; il gruppo di adolescenti ribelli (o il singolo bambino o bambina vittima della ferocia dei coetanei) in cerca affannosa e sognante della propria identità, del proprio posto nell’universo. Ma i dodici racconti sorprendono anche per la non scontata compattezza della tensione e dell’impegno civile, quella reductio ad unum che muove l’autrice a riparare le ingiustizie e riequilibrare le disparità presenti nella società – disparità di genere, in primo luogo – attraverso la forza delle parole.
(Dall'introduzione di Laura Coci)