Un buffo cagnolino giallo era la mascotte dei soldati italiani che nel dicembre del ’42 patirono sofferenze inaudite sul Fronte Russo. Era stato chiamato Nabucco, perché faceva una specie di balletto quando qualcuno intonava il Va’ pensiero di Verdi. Dopo ottant’anni, quel cagnolino ricompare: si presenta alla porta dell’anziano Osvaldo proprio mentre lui, costretto dai tre avidi figli, sta per trasferirsi in una casa di riposo che somiglia molto da vicino a un lager. Tra i due si instaura un legame magico e miracoloso perché il cane conosce la verità su quanto è accaduto nella valle di Arbusovo, dove si erano perse le tracce del padre di Osvaldo, dichiarato disperso dalle autorità militari. E la rivelazione è così consolatoria da far vivere ai derelitti ospiti della ributtante struttura la notte più dolce della loro esistenza.