Di Robert Reed abbiamo detto più volte che è un autore prolifico ed eclettico che ama spaziare in tutti i sottogeneri della fantascienza, dalla space opera moderna alle sofisticate estrapolazioni del nostro futuro.
Solo (Alone) apparve nel 2010 in una delle migliori antologie dell’anno, Godlike Machines, dedicata da Jonathan Strahan ai più potenti e incredibili oggetti presenti nel nostro universo, e fu poi scelto da Rich Horton per la sua raccolta delle migliori storie del 2010.
Questa novella, epica sia nelle vicende che nella grandezza degli avvenimenti, narra la storia di un personaggio alquanto singolare, che vive e si muove per secoli o anche millenni all’interno della Grande Nave, tutto osservando e tutto registrando ma senza mai intervenire in maniera attiva negli eventi.
Essere senziente o forse solo macchina superevoluta, Solo racconta con la sua storia anche la storia della Grande Nave, della sua incredibile e lontana creazione, dei popoli, umani e alieni che vivono al suo interno, dei comandanti che ne regolano il corretto funzionamento nel suo semieterno viaggio per la galassia.
Inserito dall’autore come primo capitolo, in ordine cronologico, della raccolta The Greatship, Solo rimane un’opera affascinante e avvincente, fondamentale nella comprensione di questo ciclo ormai affermato anche nel nostro paese.