Lo stabilimento, tratto dalla sua raccolta più prestigiosa, Strange Trades (2001), e considerato dalla rivista Locus uno dei migliori romanzi brevi del 1991, racconta la storia di un ragazzo in un pianeta di frontiera: la dura e cupa vita degli abitanti, narrata con uno stile limpido e letterario, ricorda molto l’esistenza, come dice nella sua introduzione lo stesso Di Filippo, dei suoi antenati nelle fabbriche dell’ottocento americano, o anche di quello inglese più volte descritto nei capolavori di Charles Dickens o di Thoma Hardy. E di questi grandi scrittori Lo stabilimento riprende la stessa umanità mentre delinea, pian piano, la vita dell’intraprendente Charlie Caincross e le sue peripezie nell’affrontare lo sviluppo dello Stabilimento e la produzione della mitica stoffa di luce, un prodotto incredibile ricercato in tutta la galassia e per il cui acquisto arriva da lontani mondi l’immortale Fattore. La storia, incentrata sui costumi e sulle abitudini di questo lontano villaggio, è scritta in maniera magistrale da Di Filippo, con tocchi sapienti che a volte ricordano Jack Vance, e riserva spunti divertenti e un finale a sorpresa. In breve, una delle migliori novelle (e finora inedita) di uno dei grandi scrittori, soprattutto nel campo dei racconti, della fantascienza moderna.