In un universo dove umani e alieni hanno formato un commonwealth galattico denominato “Alleanza Terrestre” trattati interplanetari regolano la convivenza tra le razze, e gli umani, che cercano di espandersi sul suolo di altri pianeti e sistemi solari, devono sottostare alle bizzarre usanze extraterrestri. Spesso le leggi aliene non hanno un senso immediato per gli umani, ma la punizione per chi le viola è quasi sempre terribile, e può andare dalla perdita della vita a quella del sequestro del primo figlio. Spesso gli umani, per evitare le conseguenze dei loro reati, si affidano ad agenzie che provvedono alla loro “scomparsa”, fornendo una nuova identità su altri mondi. Come di consueto, l’avventura galattica della Rusch è anche un modo per porsi interessanti domande sulla morale futura e sui rapporti tra la civiltà umana e le varie culture aliene.
Mentre i precedenti racconti di questa serie avevano a protagonista Miles Flint, ex-poliziotto e ora “artista dei recuperi”, free agent in grado di ritrovare e difendere persone scomparse, la Rusch concentra stavolta la sua attenzione sull’aspetto prettamente giudiziario di questa serie, mettendo al centro della vicenda Kerrie Steinmetz, laureata alla facoltà di giurisprudenza dell’Alleanza, il miglior ateneo di tutta l’Alleanza Terrestre.
Per pagare i debiti dell’università, Kerrie lavora come pubblico difensore alla Corte Interspecies. Kerrie ha più clienti di quanti ne possa ragionevolmente difendere, la maggior parte dei quali invischiati in cause con culture che lei non conosce nemmeno. Il pubblico difensore di solito perde tutte le sue cause, di fronte a un tribunale denominato appunto “Corte delle cause impossibili”. A volte però avviene il miracolo e il cliente viene assolto. E forse il caso di Donnatella, la ragazza che ha rubato un preziosissimo gioiello, potrebbe portare a una storica vittoria. Sarà davvero così? O invece ci sarà qualcosa di ancor più prezioso cui dover rinunciare in cambio dell’assoluzione dell’imputata?