Un migratore si premura di lasciare tutto in ordine prima di sigillare le case dell’abitato, montare sulla bicicletta ben carica, e partire per un viaggio di migliaia di chilometri, incuneandosi insieme all’unica misteriosa strada rimasta agibile nell’immenso deserto che è diventato la Terra.
Mauro Tetrarca è attento oltre che scrupoloso, e si chiede chi abbia costruito quella strada e perché non abbia attrito, o perché esista da trecentomila anni. Forse è vecchia quanto l’Evo dell’Aridità, l’epoca in cui sul pianeta sono rimasti specchi d’acqua sparuti da raggiungere e fare fruttare ciclicamente, e creare nuove comunità di persone, e una famiglia, magari. Mauro Tetrarca è anche sospettoso, e si domanda perché alcuni migratori spostino più risorse del necessario, e se siano vere quelle voci sulla Congrega della Vita.
Pedala, Mauro Tetrarca. Pedala per portare la vita o scongiurare la morte.