Toscana, 1815. Napoleone sta tramontando e i Lorena rientrano a Firenze. Nello scenario infernale della “Valle del Diavolo”, la zona dei soffioni boraciferi, luogo inquietante e inospitale costellato di sbuffi di vapore, di putizze e fumarole solforose, si consuma una tragedia dal sapore quasi dantesco. L’arrogante ingegner Arturo Flaschi, pioniere dell’estrazione dell’acido borico presente in valle, grande innovatore tecnologico, convinto progressista e simpatizzante dei francesi, ma amorale e insensibile, viene spinto da qualcuno nel fango bollente di un lagone geotermico, dove trova la morte. Il principale sospettato è il brigante Favilla, nemico dei francesi, misterioso e sfuggente come un fantasma. Dovrà occuparsi del “fattaccio” il sergente dei gendarmi Fazio Scansabisogni, dall’animo saturnino e malinconico, amareggiato e pieno di rimpianti per un passato doloroso che non riesce a dimenticare, inviato a controllare la nascente fabbrica dell’acido borico. Non è da solo: ha un valido alleato nel procaccia di posta Amerigo Mentitti, suo grande amico.