La tempesta incombe. La scrutano da giorni, avanzando lungo il letto di un antico fiume prosciugato. Ne parlano con timore, mentre lavorano. Non la nominano mai direttamente, perché si dice che porti sfortuna. Si riferiscono a essa chiamandola la belva, come hanno fatto intere generazioni prima di loro a bordo della Zephira.
Tutti sanno a cosa stanno andando incontro: forse è per questo che si attardano fra le coperte qualche istante in più, questa mattina. Molti di loro non avranno l’occasione di riabbracciare i propri cari, una volta superata la belva. Si tratta di una possibilità con la quale sono abituati a dover fare i conti da sempre, ma ciò non significa che siano realmente preparati ad affrontarla.
Allo stesso modo in cui Augustus non è pronto ad accettare che sia arrivato il momento, per suo figlio, di imbracciare le armi. Fenrir ha solo sedici anni. È un ragazzo sveglio, sì, ma anche spavaldo e cocciuto. Una pessima combinazione, di questi tempi, se si ha cara la pelle. Si è addestrato duramente, come tutti gli altri, e ha forse dimostrato di essere un ottimo combattente, ma i predoni delle tempeste non sono i suoi compagni di allenamento: i predoni delle tempeste sono fatti di tutt’altra pasta, e saliranno sulla Zephira soltanto per uccidere…