Fine agosto 1548, Palermo: il medico fisico e chirurgo, Luigi Filisti, sul punto di essere giustiziato con l'accusa di eresia e omicidio, viene graziato per l'intercessione di Ignazio di Loyola sul Viceré di Palermo Juan De Vega e sull'Inquisitore Generale, Ottavio Guerrini Pace. In cambio il gesuita chiede la restituzione segreta et brevi manu di un telo imbevuto del sangue di Cristo, custodito nel Monastero della Madonna della neve a Buscemi, andato smarrito tempo prima, mentre il medico ne provava l'efficacia contro la peste. Aiutato dal suo amico e collega GianFilippo Ingrassia, peritissimo medico in Catania, Filisti si lancerà alla caccia del telo per redimersi dalle sue colpe processuali e provare finalmente la fondatezza delle sue teorie infettive e la loro non ereticità: la peste è trasmessa dalle pulci. Anche Maruzza, la bella figlia ventenne di Ingrassia, li aiuterà nella ricerca etiologica, in un intreccio di tradimenti, lealtà, nobili buoni e malvagi, osti prudenti e bambine… veggenti.