Pistoia, 1891. Una serie di grida e un gran trambusto di cose cadute svegliano, in piena notte, gli abitanti e gli artigiani che vivono e lavorano all’interno del Palazzo dei Vescovi, un antico edificio che sorge a fianco della cattedrale. Ma quando si accorgono che i rumori giungono dal terzo piano, tornano ai loro giacigli, convinti che si tratti della solita crisi d’ira del pittore Traversi. L’indomani mattina, però, le grida di una donna, improvvise e cariche di spavento, richiamano al terzo piano tutti i residenti. La porta spalancata di un appartamento, proprio di fianco a quello del pittore, e da tutti reputato disabitato, mostra ai loro occhi il cadavere di un uomo sconosciuto. Ma anche il Traversi non si vede. Il sergente Bruni e l’agente Langianni avviano le indagini proprio decidendo di entrare nell’appartamento del pittore. E lì, dove dell’uomo non c’è traccia, legato e imbavagliato sul letto, trovano uno strano personaggio che si presenta come Erik Sigerson, esploratore norvegese, e che dice di essere stato aggredito mentre entrava in quella casa con l’idea di valutare l’acquisto di alcune tele del Traversi. Dopo uno scontro con il sergente Bruni, rimasto solo con l’agente Langianni, Sigerson può finalmente visitare l’appartamento dove è stato compiuto l’omicidio e dove coglie una serie di elementi (un fornello collegato a una bombola di gas, alcuni panetti di cera d’api, degli stampi a forma di saponetta) che mettono in moto gli ingranaggi della sua mente prodigiosa. E nel giro di due giorni fornirà, in gran segreto, la soluzione del caso all’agente Langianni.