È il giorno del compleanno di Sherlock Holmes. Il dottor Watson rincasa con un regalo per l’amico. La conversazione che ne segue apre la strada ai vecchi ricordi. Il detective riapre una busta – la stessa del Gloria Scott – e ne tira fuori un vecchio biglietto. È il souvenir del primo mistero in cui Holmes si sia mai imbattuto, all’età di 15 anni. Holmes racconta che durante le vacanze di Natale, mentre era ospite del fratello Mycroft, ingannava il tempo ammirando i ragazzini che pattinavano sulla superficie ghiacciata del Tamigi. È qui che conosce Irene, una coetanea che vorrebbe insegnargli a pattinare. Holmes rifiuta ma, superata la timidezza, invita Irene a festeggiare il compleanno a casa sua. Il giorno dopo, però, sul Tamigi Irene non si vede. Né la si vede l’indomani dopo, né il giorno dopo ancora, data del compleanno di Holmes. Per consolare un affranto Sherlock Holmes, il fratello Mycroft torna con lui sul Tamigi e, grazie alle sue doti di osservazione e deduzione, sarà in grado di capire che Irene è stata rapita e si trova ormai lontana da Londra. Holmes apprende così i rudimenti dell’investigazione, che in futuro sceglierà come suo mestiere. E imparerà a sue spese uno dei principi basilari della sua scienza investigativa: la necessità di non coinvolgere i sentimenti nel proprio lavoro.