Jack lo Squartatore è profondamente radicato nell’immaginario collettivo. A distanza di tanto tempo dai suoi delitti – almeno cinque prostitute assassinate e barbaramente mutilate nel quartiere londinese di Whitechapel tra l’agosto e il novembre del 1888 – l’omicida continua a destare l’interesse dei criminologi, che tentano di individuarne l’identità servendosi degli strumenti analitici nel frattempo delineatisi. Il presente contributo, dopo aver ripercorso in breve la vicenda che vede protagonista il feroce ed elusivo serial killer e preso in esame da due pionieristiche analisi comportamentali proposte all’epoca dei fatti, si sofferma sui profili del soggetto elaborati dai componenti dell’Unità di Analisi Comportamentale dell’F.B.I. e dal criminologo canadese Kim Rossmo. La ricostruzione di un agghiacciante caso criminale e una riflessione sul contributo che il criminal profiling è suscettibile di offrire all’investigazione scientifica.