A partire dagli anni Settanta del Novecento, i membri dell’Unità di Analisi Comportamentale dell’F.B.I. si dedicano a ricerche volte a verificare la sussistenza di una diretta correlazione tra la dinamica di un delitto (e le sue tracce materiali) e le peculiarità personologiche del soggetto che lo ha commesso. Ciò, allo scopo di approntare un preciso modello di analisi applicabile ai crimini violenti, volto a supportare l’attività di indagine. Tale approccio si definisce criminal profiling ma, come evidenzia il presente contributo, la prospettiva analitica da cui nasce è di molto precedente rispetto agli studi del Bureau e si è già delineata nella letteratura poliziesca delle origini e nel contributo che alcuni pionieri della criminologia applicata hanno fornito alle indagini su casi criminali di particolare complessità. Dal rapimento del figlio di Charles Lindbergh ai delitti dello Strangolatore di Boston, dagli attentati di Mad Bomber ai “Career Girls Murders”, le origini di un metodo di indagine che coniuga investigazione scientifica e criminologia, analisi delle tracce materiali di un delitto e scandaglio dell’animo umano.